In sorriso di giglio

Latteo astro d’alabastro ti vide distesa sibilla – d’inquieto pelago aspettavi naufrago (leggera come bianca scogliera lambita) da l’onda ti recava salso nettare a levigato ventre ovale come un ciottolo – in volo d’ali già nera un’ombra presaga ci sfiorava leggera – dal Chiostro de’ Pazzi l’antica vera t’indugiava calda luce in sorriso di giglio…

Lacere icone

D’albe t’avrei straripato in derive ardenti, carne in pelago sguardo, vaga d’attesa luna – una vela bianca la notte naufraga verso la larga voragine pietosa carcassa viaggia nel tempo solcato s’affossa in dedali – di lacere icone opachi cristalli s’arrotano infranti a indolenti maree. Deserte parole indugiano memorie, ne l’angolo più buio relitti – freddi…

Come un gabbiano

…Come un gabbiano è il mio pensiero. Un gabbiano che vola…vola… lassù a incontrar raggi, attraversa l’aria poi vira di qua e di là, incrocia altri eguali, s’accosta in fila, richiama con il suo stridio, si ferma un attimo sospeso e plana a sfiorar tetti, s’adagia gonfio e austero ma subito rispiega ali a danzare…