stelle
è stato bello baciarti dietro il Santo… le stelle brillavano… erano i tuoi occhi
LE ALI DEI TUOI PENSIERI
è stato bello baciarti dietro il Santo… le stelle brillavano… erano i tuoi occhi
A squarciare la nebbia son buoni tutti i poeti delle piazze, a squarciare un primo aprile ci volevi tu… (una poetessa)
ora sei come una musica di fondo che mi accompagna sempre (sconosciuta)
Tonfo nel latteo mattino cadde un bianco gattino nella cerea melma si affannò nella campagna nera lavagna mille gialli lampioni – stelle a puntoni la notte ci disegna nelle pupille, fuochi lontani guizzano icone nell’aria nei nostri occhi gazzelle di fuoco – si accende Giraldilla a confine d’orizzonti sfavilla nei tramonti passati si aggira nel…
Oggi sotto le finestre aperte sfilavano le sue sirene di ambulanze ululanti come i gemiti di ragazzine nei voli dei sette venti. Oggi sotto siamo amore come quello tagliato venduto al mercato sui banchi dei fiori infilati e ombrati in Prato.
Il fumo uccide i tuoi occhi sempre. Il fumo invecchia la pelle allora perché fiorisci nei miei pori? Il fumo provoca il cancro ai polmoni non ho più nessuna aria da respirare. Proibito fumare in questo locale ma non lo è la tua assenza. Sì, hai ragione sono pazza allora perché è sempre vuota la…
Nella tana del lupo ci orientammo senza bussola – fra i colli nebbiosi di te affamato e di passato assetato giravo, fra le tue setose perle aperte e mi fondevo fra i funghi e la polenta vellutata, eri di noi piena di luna irrigata e di futuro allettata, dalla tana riscaldata. Vino mescevi con le…
Quando sarò verme e il cielo risuonerà le sue più belle saette su le antiche strette viette – ritornerò in quel cielo ceruleo di cerata mantella. Molle campana sempre solitaria che passavi tra i bagnati bugnati gemme della regia corte regina da badessa l’unica aria concessa. Pioggia cade su le rugate chianche bianche come mille…
come quando fuori mare piove sotto lune oscure e burrascose i marinai – dalle alte ali traballanti fra foche nane e un secco pescecane salpano dalle onde marose le reti vorticose dal nulla strappate – nelle attese speranze di notti sposate – senza amare stelle. O come quelli approdati a le taverne del giorno dopo…
Neri rondoni squassavano le bianche terrazze in giro giocando, il chiaro vespro su l’odorosa Chjazze du Pèsce i pescivendoli a voci rotte pescavano, gli ultimi omini smenando belle sode sardelle e le ultime audaci seppie novelle. In punta di piedi sorrisi, di fiato sul limpido vetro disegnandoli aspettavo, il tuo sempre buono da le ombre…