A BLUE ROOF (Il tetto blue)

Chiunque affronti la Poesia guardandola negli occhi, vede mutare d’improvviso la realtà smagliata, la sequenza avversa, la virtù assediata. Frammisti colori dell’anima sottile, di pioppi e fili d’erba, smagata vampa del prodigio, pneuma erubescente, spanta luce di sorgente. Thea Matera

THE GARDEN STEPS (I gradini del giardino)

Primeva uva, brillante brunire lungo itinerari curvi, addossate zolle sfigurano iridati gambi… ombratile ghiaieto conchiuso in rossi di castagne, di cinebro spigo. L’equòrea nube sfugge al serto di narcisi. Thea Matera

PLÉIADE

  L’amore non è nell’intaglio del tronco nel cuore scavato tra due nomi, non è nello scherno della luna nell’angolo di luce che stordisce, nelle frasi puntate d’improvvidi poeti negli avverbi patinati, nel garbuglio di stelle che rotola sui tetti… L’amore è nel lampo azzurro di uno sguardo, nell’abbraccio che in gaffa s’acchiude, nel bacio…

SUNLIGHT ON THE HOAR FROST (La luce del sole sulla brina)

  Il Poeta guarda alla vita fissando la finestra, scorgendo l’anima nei rami, scrutando il respiro impalpabile del cielo. Protervo fiore tra suole impolverate, sulla riva divelta e sfatta, irridente acrobata su traversine di seta. Gira in bicicletta per le strade vuote masticando sillabe e fonemi, a bagnarsi gli occhi di luce, a guardare stormi…

CECI N’EST PAS UNE PIPE

Me ne andavo per strade di carta, mentre la luna si smezzava sui merli di torri sospese ed il fumo di comignoli pensanti come teste fra le nuvole, baluginava di smeraldo. Acefali cappelli spagliati sopra tetti neroavorio pèndevano su tegole d’amianto, lungo orbite di spigoli affocati. Piedi di cera fanno piroette e giri di parole…

LA CASA DELLA LUNA (Pale blue dot)

Lanceolate fiamme s’avvitano in giravolte d’impostura, il soffio nella vela va a tacersi nella filza di volàni. Dindondeggia la finestra scardinata, cigola una vecchia insegna di ottone secentesco. * “Vivez, si m’en croyez, n’attendez à demain: Cueillez dès aujourd’hui les roses de la vie”, Svettano dalla mascherina muta occhi aguzzi di corteccia, lampi di squincio…

TAUTOGRAMME EN V

Vissi violacei viticci, virate virgole, vetrigne viole. Vespigno vento, volteggiavano verni viburni, velata verdèa. Vive vagando volatile véccia verdeggia vènule, vìminei veprài.   Thea Matera

OUTER SPACE

E ti sveli all’alba come d’incanto, emergi dall’assenza, dal cuneo cremisi della pietra angolare, dal delta della volta, dall’angolo casuale della pietraia, nelle differenze degli eguali, la direzione accidentale, l’orbita olivina di una tela di Magritte. Quante sequenze fa il quadro d’aria, nella cornice accesa che non spiove, contorna la coerenza del Cinema d’Essai, aggranellate…