sul Boiardo

Matteo Maria Boiardo scrive gli ‘Amorum libri tres’ configurando un itinerario esistenziale suddiviso in altrettante tappe. Il filo narrativo è noto. Non siamo, tuttavia, in presenza di un canzoniere compatto. E’ la disgregazione dell’io, quella che viene cantata dal conte di Scandiano. Un fitto reticolo di riferimenti intertestuali alla tradizione stilnovista, a Dante e Cavalcanti,…

Il chaos di Esiodo

Nella “Theogonia” di Esiodo “chaos” viene definito il più antico degli dei. Chaos non è il disordine, ma l’abisso originario che precede la luce, il vuoto che precede il divenire del cosmo inteso come mondo illuminato dalla legge della bellezza. La radice etimologica di “chaos”, infatti è il verbo “chaino” che alla lettera significa “spalancare…

l’abbaglio della verità

“La nostra arte è un essere abbagliati dalla verità”, scrive in un suo aforisma Franz Kafka. Traiamo due corollari: l’arte è esperienza carnale della verità, e non esperienza intellettuale del bello, o del sublime o di quale altra “categoria” estetica. L’arte procede da un abbaglio, da una luce incontenibile che ottenebra la vista, e che…

Catasterismi

Il catasterismo, ossia la trasformazione degli esseri umani in astri, è la forma pagana dell’assunzione in cielo. Anche gli animali sono coinvolti in questo processo, si pensi al toro con cui Zeus rapisce Europa, trasformato in costellazione. La materia greve di cui sono costituiti gli esseri che vivono sotto il cielo si sublima in materia…

Su Elias Canetti

Elias Canetti è uno scrittore che scava dall’interno i generi letterari che attraversa. Quando scrive romanzi, li svuota della linearità narrativa, li piega a una deriva del senso che si sottrae alla diegetica. Quando adotta la forma del saggio, ne smonta la compattezza procedendo per blocchi, intuizioni, illuminazioni. Da un certo punto di vista la…

il silenzio secondo von Hoffmansthal

Nella formidabile “Lettera di Lord Chandos“, Hugo von Hoffmansthal descrive lo stato di paralisi che si prova nel momento in cui l’ispirazione poetica vien meno. Le parole diventano ostili e aggressive nei nostri confronti, si trasformano in occhi che fissano l’autore con uno sguardo cupo e glaciale. Eppure, dietro questo irrompere di negatività, si apre…

ebbrezza aorgica

L’ebbrezza di cui parla Nietzsche consiste nell’accettazione della vita in tutta la sua crudele complessità, uno “stato fisiologico” che si pone sotto il segno di Dioniso. Già a partire dalla Nascita della tragedia, il giovane filologo- filosofo affonda lo sguardo in quella dimensione esistenziale per la quale Hölderlin ebbe a coniare il termine “aorgico”, in…

malinconia e tristezza: Cioran

“So perché sono triste, ma non saprei dire perché sono malinconico” (Emil Cioran). La tristezza è un vettore diretto su una causa esterna di cui ho piena coscienza in quanto realtà determinata. La tristezza è inquadrata in uno regione del mondo, non ha un humus totalizzante come quello della malinconia. Qui è il mondo stesso…

I limiti del linguaggio

I limiti del mio linguaggio coincidono con i confini del mio mondo, afferma Wittgenstein nel “Tractatus logico-philosophicus” riecheggiando il celebre incipit de “Il mondo come volontà e rappresentazione” di Schopenhauer. Impossibile affermare alcunché su ciò che sta “oltre” quei confini, ammesso che esista un “oltre”. Ma Wittgenstein non si ferma a una tradizionale confutazione della…

Aurora

Aurora di Nietzsche è un immenso gioco di vertigine. O meglio, è la messa in opera della verità dove l’esercizio speculativo della vertigine si affaccia sull’abisso della morte di Dio.