la parola e la cosa, in Rilke

Il paradosso della Cosa consiste nel fatto che non può mai dare segno di sé stessa. In quanto presenza, la cosa è muta. La parola designa la cosa, la esprime, la rappresenta, solo in quanto si pone a distanza da essa. La assume come referente. La presenza del segno implica dunque l'assenza della cosa de-signata.…

terza persona

L'Io sa di raglio dell'asino, diceva lo Zarathustra di Nietzsche: parlare e pensare troppo in prima persona ci porta inevitabilmente, e più o meno consapevolmente, ad assumere il nostro Ego come cardine dell'universo. Meno ne sappiamo di noi, più ci illudiamo di essere un Ego solido e indistruttibile. Allenarsi a parlare in terza persona, come…

filastrocca

al margine oscuro di questa foresta c'è un'oasi di miele testuggini e stagni ci nuotano i teschi arrembati dal vento ci bevono bocche coperte di squame ci giocano gnomi svenduti alla sorte quaranta galassie una sola coorte quaranta lebbrosi alle porte del cielo implorano grazia ricevono gelo la gerla riempita con tanta pazienza l'avessero un…

la miseria dell'intelletto scisso dall'immaginazione

Sulla scia del "De anima" di Aristotele, i medievali stabiliscono che l’intelletto non dispone di alcun contenuto conoscitivo che prima non sia passato attraverso le finestre dei sensi, e che niente l’intelletto concepisce senza l’aiuto di un’immagine elaborata dai sensi interni. L’immaginazione è la facoltà che compendia i cinque sensi interni, insegna Avicenna. Ne consegue…

a Selene

i margini del cielo si sfaldano in un chiarore di luna vermiglia, stanotte. la figlia di Iperione sorveglia le quinte del cosmo, indugia perversa sulle cuspidi, irrompe nelle trappe dei reclusi, scrutando le prede, imboscata dietro un sinistro brusio di nuvole. il tempo sta collassando. Antares beccheggia ai margini della galassia, e il tuo sguardo…

solitudine cosmica

Emil Cioran distingue la solitudine individuale, propria di colui che si sente abbandonato nel mondo, dalla solitudine cosmica, propria di colui che sente l'abbandono del mondo. Parafrasando: la solitudine cosmica è l'esperienza mistica della totalità del mondo come tale nella sua presenza desertica e raggelata. Raggiunto questo punto limite, l'io stesso scompare in una notte…

sulla poesia in Dante

“Il miglior fabbro del parlare materno” (Purgatorio XXVI, v. 117) è, per Dante, il trovatore Arnaut Daniel. Il verso è noto, come è noto che il "parlar materno" è la lingua madre, la lingua viva, ossia il volgare contrapposto al latino intellettualistico dei clerici. Ma in che senso il poeta è fabbro? Termine potente, "fabbro",…

mito e simbolo

Il rapporto tra mito e simbolismo è talmente stretto che spesso è difficile districare concettualmente i due elementi. Sicuramente il mito appartiene al mondo della narrazione, alla sfera diegetica, là dove il simbolo appare come una sorta di blocco unitario. Forse, ciò che il mito svolge in una narrazione potenzialmente infinita, il simbolo lo compendia…

Quasi una fantasia

Da Guglielmo d'Aquitania a Roland Barthes, la poesia e la filosofia non cessano di interrogarsi sul carattere strutturalmente fantasmatico del desiderio. L'immaginario prevale sul reale, lo ingloba, lo sovrasta e lo colonizza. La narrazione amorosa si estrinseca attraverso un abbandono all'Immagine, e tutto ciò che appartiene al reale viene espulso dal discorso come se fosse…

mottetto

le onde del mare accarezzano i volti sulle foto ingiallite, incorniciate dalla ruggine del tempo. una sfilata di corvi rallenta sgranandosi a perdita d'occhio fra baie e strapiombi. il veggente sorveglia la costa, sul cimitero in riva al mare. rumina una preghiera dietro quegli occhi di nebbia. detriti che salgono al cielo, schegge di luce…