memoria

Annaspi tra le comete, vogando nel nero deserto del cielo. Ed ecco che subito appare un miraggio, nel centro di gravità della tua amigdala. Albeggia. La bruma marina si dirada, ed evapora. Fino a lambire la bella Ciprigna.

Pausa e respiro

Poesia musica e vita hanno un comune denominatore: non possono esistere senza pause. La nostra, è la società della fretta, che spesso non ci concede né soste né pause. E allora cominciamo noi a cambiare e a riprenderci il lusso di fare pausa quando il corpo ce lo chiede. Le pause non sono interruzioni che…

contemplazione come nostalgia

Etimologicamente, il termine “templum” indica un ritaglio del cielo, il frammento da cui l’augure desume gli indizi per divinare. Da questo termine si genera il verbo “contemplare”. L'attività contemplativa, lungi dall'essere il polo opposto della cosiddetta "vita attiva", è un tratto tipico dell’essere umano nella sua distanza dall’animale, nella sua tensione verso le profondità celesti…

il poeta vassallo d'Amore

Nella poesia erotica medievale il rapporto d’Amore è sempre un rapporto a tre. Il poeta-amante, la donna amata, e il "dio" Amore. La "Vita Nova" di Dante, a tal proposito, è esemplare. E’ alla luce di questa triade che si deve leggere la dinamica del vassallaggio amoroso con tutto il rituale che lo accompagna, nel…

l'inno di Bruno all'Uno-Tutto

L'inno all'Uno-Tutto con cui Bruno conclude il capolavoro "De la causa, principio e uno" è un esempio di pensiero poetante in prosa. Identificata la totalità dell'essere con la corpulenza dell'universo fisico, Bruno si ricollega alla tradizione pitagorica e platonica in modo tale da conferire alla materia il ruolo di matrice universale delle forme. Nei confronti…

la notte di Novalis

Novalis, come la maggior parte dei romantici tedeschi, inneggia alla notte come al momento della totale trasfigurazione dell'esistenza. I suoi "Inni alla notte" sono una liturgia che non celebra affatto l'oscurità di contro alla luce della "ratio" illuminista, come spesso si ripete. La notte celebrata da Novalis è il regno della profondità insondabile che redime…

i confini dell'anima: Eraclito

"Per quanto andrai peregrinando, non raggiungerai mai i confini dell'anima, tanto profondo è il suo logos": è il frammento 45 DK di Eraclito. I confini dell'anima (in greco: "psyches peirata") sono irraggiungibili. L'essenza, il logos, la ragion d'essere dell'anima sta nella sua sconfinata profondità, nel suo essere "apeiron" senza limiti territoriali. L'anima è uno spazio…

Il mistico in Wittgenstein

I limiti del linguaggio sono i limiti del mondo, afferma Wittgenstein nel "Tractatus". Si tratta di un confine metafisico insuperabile, come già aveva sostenuto Kant. Ma se per Kant è impossibile affermare alcunché di ciò che sta oltre i limiti del mondo fenomenico, per Wittgenstein è impossibile persino descrivere quel confine. Linea immaginaria, Finis terrae.…

il dorso della materia

Giordano Bruno parla diffusamente del "dorso della materia", intendendo con ciò la superficie variegata dei fenomeni su cui scorrono gli eventi, i corpi, gli esseri umani, privati di ogni sostanzialità e ricondotti allo statuto di meri "accidenti" della materia. Una provocazione contro certo antropocentrismo tipico della cultura rinascimentale, ma anche un monito che nulla toglie…

sulla parola poetica

Nel fare poetico, nel "poiein" della "poiesis", il principio di realtà viene sospeso. Il linguaggio non è mai reale in nessuna della fasi per cui passa, perché nel poema la parola si impone come un tutto, e la sua essenza consiste nel non aver altra realtà che in questo tutto.