Autore: Claudio Innocenti

Riede parola come aurora risveglia il giorno.

Solitudine nello stormir di foglie pensier sublima.

Voci nel vento corrono come vele lungo orizzonti.

Bruciano germogli tra respiri di brina che non danno scampo alla natura sorpresa che non si può difendere. Morte silvestre ha oltraggiato la Primavera senza pietate per l' umana speme, col sorriso negli occhi ancor per l' abbondanza dei colori e 'l profumo che 'l cor ristora.

Angosce antiche dolori presenti ricerca del sereno ne l' io interiore nella gentilezza nel vivere umile con amore e generosità.

Non si può cambiar passato ne la pietate prender come compagna, sdegno del cor e d' uman passione, ne cancellar aimè vergogna, corre 'l tempo senza attender tardive decisioni, spoglia l' indeciso di sua speme, e la condanna, è d' atroci pene soffrir, d' inutili rimpianti che ancor peggior delega mente in patetici rimuginar. Ma…

Tiepido spirar di vento amico coglie e leggerezza sale su membra irrigidite da Inverno algido e grigio, e sovvien sorriso ch' eburneo riflette spirito gagliardo di Primavera.

Poter impietro come fiume 'n pien trabocca senza pietate di cor feriti avanza, senza soffrir per l' altrui dolore e occhi persi prossimi al pianto e la disperazione che capelli estirpa con la radice intera. Insensibile segue sentieri vaghi che 'l cel asconde, che non portano a nulla se non pazzia de l' homo, se…

Servo d' amore il cor si lascia andare l' alma s' assenta.

Sorride la Primavera, invade i nostri occhi spenti dal gelido Inverno, ed ecco allor prendono vita nel magico splendore di un sorriso.