Autore: Attilio Martignoni

Il vento mio porta con se profumi e suoni. Come elisir di lunga vita, sulla mia pelle scivola lasciando di Eolo frizzante ricordo.Di speranza mi nutre e di Icaro le ali nasconde.

Il cuore è una casa vagante, cerca riposo nei sogni più antichi e li solo trova pace. Ogni giorno ed ogni ora cerca l'amore più vero che il tempo lenisce. Non chiede e non trema ma di pace si nutre.

Se il" vero amore" potesse parlare, userebbe tutte le lingue del mondo, anche quelle ancora sconosciute. Alcuni di noi ne hanno utilizzate già molte, ed alcune impronunciabili . Tutte racchiudono in se il mistero della vita che supera i confini del tempo e dello spazio.

Grappoli di note danzano su linee sottili della mia vita . Cercano ogni giorno la via del cuore. Spesso però da me tradite, come veloci dardi e in turbinio d'accenti dei miei occhi fan neri specchi.

Come turbinio di libellule l'anima partenopea vola pizzicando i cuori con mille mandole .Porta con se vocali e consonanti come” d'Arabia" vestite, mentre di bocca in bocca trova con umile dialetto la sua essenza.

Corre la suadente voce in silenti spazi. Piccoli gesti di principesche mani disegnano parole e suoni ; conoscenza sapiente di maestri antichi che trovarono in lei plasmabile creta.

Presto pioggia d'Autunno accarezzerà il mio volto. D'Inghilterra non ha confronto perchè d'Italia mia profuma. Scende leggera come farfalle in volo e delle assolate campagne il ricordo accende.

Arcano è il mistero dell'anima. Porta con se angeli e demoni e si rivela a noi come donna velata. Di mutevol volto trova poi riposo al fin svelandosi per bisognosi affetti.

Piccoli passi di gracile donna son come fiocchi di neve. Di leggerezza infante disegnano d'esil ballerine l'ombra.

Di bambù un'esil canna al dolce vento oriental si piega. Come docile geisha sinuosa muove il suo gracile fusto bisbigliando al passante un suono antico. Poco distante fior di loto incantati , fan da corolla e coro al suo vibrare.