Pioveva tra gli ulivi
nella vigna un tramestio
scosse le viti e l’ uva,
un uomo dedito a tal vizio
stava rubando l’ uva al contadino
ormai avvezzo a tal briganterie.
Quella notte appostato
per cogliere in fragrante l’ uomo.
” Cosa fai essere meschino nella mia vigna
scaltrezza ti è rimasta nei tacchi!
Cos’ hai da dir a tua discolpa?
Ti ho preso finalmente sul fatto
essere meschino e reietto!
L’ uomo sorpreso si scosse di soprassalto
diventando bianco come un lenzuolo
lavato con la varechina.
Con un gran balzo si allontanò dal contadino
schiarendo la notte col suo biancor,
diventando piccolo come un folletto dispettoso
nella pioggia battente e fredda,
rosso e fiammante come il fuoco dell’ Inferno
che si ricicla col dolore delle anime dannate,
per poi fuggir con agili balzi di canguro
nella notte di luna piena,
nel mistero e nella pioggia
tra gli ulivi prospicenti la vigna
fino a scomparir agli occhi del contadino,
pietrificato con le gambe tremanti
e bianco anche lui come un lenzuolo
lavato con la varechina,
con l’ aria che non entrava e usciva dalla sua bocca,
statua di freddo marmo nel timore,
nel lucore di una notte di Settembre strana.
” Un bicchier d’ acqua, presto
ho il sangue in rivolta! ”
Gridò il contadino con un sussulto
che sbloccò il suo cuore,
ad una donna che da lì passava.
” Stasera il Diavolo in persona
ha preso in possesso lo spirito del vicino disonesto
e con la pioggia ha portato il suo forcone
rosso di fiamma dolore e pianto,
fuggendo tra gli ulivi facendosi piccino piccino
col fuoco tra i capelli e la testa in mano.
Sono tutto un tremore ancora
in questa notte dove l’ acqua si è mischiata al fuoco
e il mio cuor dal petto è uscito, brontolando,
richiamando al dover mie gambe impietre.