Il poeta rimesta luminanze,
plasma la parola
e ne fa dono
al torso avvinto,
a chi ha dissolto l’iride
nell’ombra del travaglio,
a chi tiene la testa
fra due rebbi di pàlmola,
due incompite coste.
Innerva tele di corimbi
spigrisce il germe peritoso,
rispigola barbagli
per chi a giumella
tiene i palmi
nel grembo della notte,
nel nocchio rubello
della rodonèa di stami.
Thea Matera ©️