Diario

sul Boiardo

Matteo Maria Boiardo scrive gli ‘Amorum libri tres’ configurando un itinerario esistenziale suddiviso in altrettante tappe. Il filo narrativo è noto. Non siamo, tuttavia, in presenza di un canzoniere compatto. E’ la disgregazione dell’io, quella che viene cantata dal conte di Scandiano. Un fitto reticolo di riferimenti intertestuali alla tradizione stilnovista, a Dante e Cavalcanti, conferisce un carattere magmatico alla sua versificazione. Siamo di fronte a un ‘io’ polifonico che si racconta, e si rispecchia, in una lingua plurale. Per questo i suoi versi furono così poco amati dai puristi del Cinquecento.