Elias Canetti è uno scrittore che scava dall’interno i generi letterari che attraversa. Quando scrive romanzi, li svuota della linearità narrativa, li piega a una deriva del senso che si sottrae alla diegetica. Quando adotta la forma del saggio, ne smonta la compattezza procedendo per blocchi, intuizioni, illuminazioni. Da un certo punto di vista la sua scrittura ricorda quella di Franz Kafka: asciutta, scabra, essenziale. Essenziale ma appassionata, talora quasi dionisiaca. Di un furore contenuto, che non esplode subito, ma si lascia intravedere sullo sfondo. Quando hai finito di leggere.
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