Poesia

LE MYSTÈRE DES FLOCONS DE NEIGE

Si frammentano fiocchi
in sagome disformi,
si forgiano colonne a ritmo lieve,
ocellati gusci cavi scendono come incorporee stelle,
come iota e gamma si sfà
la goccia acìcula,
galleggiano trine
nel petto cinetico di marmo.
S’increspano ghirigori brulli,
la catarsi esagonale,
si sfilano rami d’acquerugiola.
Solenne l’abete brilla
di nevischio,
nello scollinare di pernici bianche,
immerso in una luce d’ocra,
e raggi di lumini capriolano
sull’adusta falciola,
ricade sul palmo rubizzo
un velo di spilli ghiaccei
in solidi quarzini.
Si muovono invitte ombre
tra lamèlle di madrèpora,
fluttuano dime di carta biancofumo in un’aria di castagne e legno secco
di Prugnolo selvatico,
di piumaggi argentati di zìgoli.
Stridono le rotaie sul pietrisco
ed i vagoni rombano
come tamburi nebbiati,
in un lezzo di metallo,
e di sfasciumi accostati
ai muri scalcinati.
Brulicano sentori di primevi pini
nel tinnìo di stoviglie ramate,
il re bianco è in arrocco
sulla scacchiera,
ad un passo dalla torre ferma,
e sul reticolo, in lontananza,
danzano bioccoli,
nel riflesso concavo s’eternano
disegni d’acqua,
archerotipe circonvoluzioni,
lepide anse, lunati bovoli.
Thea Matera ©️