Sono
come un gabbiano bianco volteggio danzante sull’immensità
del mio blu, su di lui!
E mi adagio famelico
sul lembo del suo volto
solo per nutrirmi un po’ attingendo parsimoniosamente
un po’ d’amore
sostentando il mio cuore attraverso le sue lene parole del suo blando poema, armoniosa sinfonia
decantata carezzevolmente sotto la volta celeste macchiato da nembi
che non sorridono al sole,
per poi tralasciarlo nuovamente
più forte di prima!
Perché non mi trattiene…
E non lo posseggo…
Poiché siamo
destini diversi,
incondizionati,
liberi, ma legati
per natura da sempre
dalla forza dell’amore
l’uno verso l’altro
fin dalle origini!
Ma sono solo
un povero bianco gabbiano,
uno fra tanti…
E il mio planare
è assoluto,
brado,
senza fine in una meta,
sul suo
sterminato ondeggiare!
E non lo trattengo
poiché infinito
è il suo indaco
come il mio amore
per il suo immenso profondo, ma siamo
due mondi diversi
che si completano vicendevolmente
come un bel dipinto
di mano d’opera,
ma separati per scelta
di volontà naturale,
ma non per questo
potrò mai cancellarlo
e privarlo
dai miei vezzi circospetti osannati per lui, il mio blu!
Per la quale il mio volo
resterà eterno
fin quando le mie ali leali abbracceranno arrese quell’elisio in un sentimento che non si dissolverà
come rugiada al sole
quando calorosamente guarderà il candore
al chiarore di un’emozione!
©Laura Lapietra