In Leopardi la noia ha una doppia valenza, oggettiva e soggettiva. Si presenta come una sorta di desertificazione del mondo, ma anche come una landa devastata dell'interiorità. Forse, la noia è il luogo in cui le coordinate dell'esperienza comune, soggetto e oggetto, perdono i loro connotati di stabilità. Non c'è più "io", non c'è più "mondo", ma una sorta di esperienza pura che si colloca al di qua di tale distinzione.
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