Nel celeberrimo discorso di Pico sulla dignità dell'uomo, l'aspetto più rilevante non consiste nella rivendicazione di una presunta centralità dell'uomo intesa in senso antropocentrico, ma piuttosto nell'esaltazione dell'incompiutezza, dell'imperfezione, che contraddistingue la natura umana. L'essere umano è sciolto dalle catene della necessità che inchiodano tutte le altre creature a un'essenza determinata e quindi a un destino irrevocabile. La natura dell'essere umano consiste nel non avere alcuna "natura". O meglio, la nostra natura umana non si coagula in una "essenza" ma si apre a un ventaglio di possibilità.
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