Versi tremolanti
di desideri e severità
scrivo
sudato di patimenti
e furibondo d'impazienze
nell'aria stupida
e colma di vergogna
del mio perdere nell'ore
la padronanza di me
E ne soffro il pentimento
nei silenzi che intridono l'umore
celati nei segreti scomparti dell’anima
a raccoglierne gli allegri pettegolezzi
dentro gli occhi torvi e riprovevoli
che guardano altrove mesti d'insolenza
Sono allegorie a consolare dai guai
ripeto nel mio dire roboante
luogo di ritrovo di confronto e confessioni
prolungamento di me stesso
del mio scrivermi "poeta"
.
Cesare Moceo eterno ragazzo del 53
Poeta di Cefalù destrierodoc
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