Nell'universo concettuale del Medioevo, la poesia non è confinata all'ambito dell'estetica, anche perché non esiste ancora una disciplina come la cosiddetta "estetica" atta a relegare la cosiddetta "arte" in uno spazio separato della cultura. Quando parla di poesia, un uomo del Medioevo pensa subito al Salterio, al Cantico dei cantici, o a qualche passo delle Sacre Scritture in cui rifulge la potenza della similitudine. Le stesse parabole evangeliche sono concepite come poesia nel senso autentico del termine. Nel Medioevo la poesia è rivelazione. Ecco allora che quando un Giovanni del Virgilio, o un Boccaccio parlano di "Dante theologus" ci troviamo dinanzi a una sorta di pleonasmo !
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