Palazzi,
bianchi più d'un pallore,
facciate d'affanni,
abbracciate a giorni di lagna
di silenzio e di malaugurio,
che aspettano invano
nuove albe e nuove unzioni,
in cerca d'un viatico
oppure di un miracolo.
Mura sgraziate,
umide di miseria,
canzonatorie di tormenti,
olocausti di famiglie
spogliate di sentimenti,
deluse in passioni calpestate.
E Tu lassù,
orsù scendi Ti prego,
vieni ad aiutare la povera gente,
queste anime assetate di vita
piangenti ricordi di rimpianti
in ribrezzi che avvolgono i cuori,
rassegnate e straziate,
nel fascino di un tramonto senza tempo,
da quest'oggi oscuro
e dal suo domani di cenere spenta
a cui ormai ogni uomo crede.
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
Poeta di Cefalù destrierodoc
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Titolo di Giovanna Sidoti
Poesia