Nel silenzio d'attorno,
che mi cinge
e raggiunge l'infinito,
odo nitido
lo scorrer delle ore
una dietro l'altra
a sopprimere i giorni
e incontrare il destino.
Amo avere i miei versi
a dar intorno
impressioni alla vita
e soppiantare l'autorità
di mitici pensieri;
là smarrito e attonito,
con l'impeto di riconoscermi
nell'impari guerra con l'anima,
vivo senza pensare
a superare certe barriere
per farmi ascoltare
e accettare i giorni cupi
che mi s'inoltrano addosso.
Così a volte ricordo di "essere"
in noncuranze ironiche,
costernate dallo scorrere del tempo,
che mi preservano
dall'ordinarietà delle illusioni
in sensazioni immerse
nel profumo dei giorni,
costumate di naturali emozioni,
candidi soffi di latitanze
provenienti dalle terre selvagge
dove nascono i venti e i sentimenti.
Resto così
circondato d'ombre
che si proiettano
negli intervalli del sentire,
nella perversa e oscura volontá
di raccontarmi e di raccontare.
E continuo il mio viaggio,
cammino faticoso
in questa terra di nessuno.
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
Poeta di Cefalù destrierodoc
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Poesia