Schiacciato dal mio "mal de vivre"
affascinato dal mio maleddettismo,
vivo questi giorni di festa
a soffrire le mie fragilitá
intrise d'inferioritá e di passioni abortite,
in cui la mente patisce l'anima,
inaridita dentro cornici d'interioritá
insudiciate dal suo esser assente
alla vita e alle sue emozioni.
Apatie consumate a luci spente
oppresse da affanni sconosciuti,
nell'oscuritá di vuoti spazi d'orgoglio
che risucchiano il calore della vita.
E cangianti sfumature d'orizzonti
nell'epica della quotidianitá,
assalgono il cuore disamorato
nel ricordo di battiti del recente passato
che riconoscono in quegl'istanti
dolci felicitá divenute ormai amare visioni.
…e comincio a chiedermi come sarà il mio "zozi"…
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
Poeta di Cefalù destrierodoc
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Poesia