Non è difficile trovare in Bruno insistenti citazioni dal "Qohelet", spesso audacemente affiancato alle "Metamorfosi" di Ovidio. Siamo di fronte a una grandiosa radicalizzazione del principio tipico della filosofia rinascimentale secondo cui tutte le religioni derivano da un ceppo comune che include paganesimo e cristianesimo, la cosiddetta "prisca theologia". Ma nel caso di Bruno il principio ovidiano della metamorfosi cosmica, saldato all'adagio "niente di nuovo sotto il sole", si potenzia all'interno di una ontologia monista. Esiste una sola sostanza, universale e infinita, fatta di materia e forma. Ogni singolo essere, compresi noi umani, non è altro che un accidente fugace che appare e scompare nel corso del tempo, affiorando sul dorso dell'eternità.
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