16 maggio 2020
L'appassionata
frammentava,
il piano forte
a coda,
rompendo il muro,
del suono,
eri giunta
affascinante
pericolosa,
sbuffavi,
sferragliavi,
tra scintille
e nuvole
di vapore
astioso.
Eri giunta
quando,
l'appassionata
aveva dato il cambio
alla patetica,
eri giunta,
di fronte a me,
mentre quelle pagine,
inimitabili rendevano
inutili quattro
strimpellamenti,
dell'era digitale,
senza ispirazione,
senza traccia di
genialità.
Dopo tutta
questa iperbole,
ripeto
eri giunta,
di fronte a me,
un treno in corsa,
prima,
del suo
deragliamento,
sui miei resti
di ossa,
diventati tutt'uno,
con le rotaie,
sanguinolente,
di un rapporto
ormai composto
da vagoni
demoliti sull'asfalto,
sdrucciolevole
di piogga
al cemento
abrasivo.
Passa il tempo,
passa lento,
sanificati
gli ambienti,
approntati
I medicamenti,
per i tagli abissali,
buttati via gli stracci
del nostro malsano
modo di tenerci
compagnia,
per non perire,
di noia alla cocaina:
Sono andato
a pescare,
pesci con
la mescherina,
quelli senza
si sono civilizzati,
non hanno,
più pinne,
né squame,
vestono alla moda,
alcuni vestano
con abbigliamenti
nobiliari,
le loro lingue,
sono forbite,
il loro passo si
mischia
con banconote
d'alto tenore di vita,
per non perire
di noia alla cocaina.