22 novembre 2019
Introduzione
Un titolo,
preso in
prestito,
coi denti,
chiusi,
della
veemenza:
Da un
concorso,
letterario,
per
poeti,
paganti
il dubbio,
e non
l'indubitabile,
pubblicazione,
su carta,
rilegata,
da un
prestigioso
editore.
Ho liquidato,
il mio debito,
acquisito,
un
appartenenza
di diritto:
Svenandomi,
fino
alla
trasudazione,
traboccante,
da affaticamento.
Ho piegato,
disciplinato,
sotto la
mia
concezione,
le
lusinghe,
di facile
comodità.
Che
la forza
dei sentimenti
destina con
generosità
nell'acettazione,
del suo
contratto.
Limando,
scremando,
la
forma,
e
la
sostanza.
Svolgimento
Pugni
chiusi,
stretti,
la lotta,
è impari,
la forza dei
sentimenti,
non basta,
non basta.
Qualcosa,
di indefinibile,
avviluppato,
da una mantella
di opacità
ha smorzato
e poi estinto,
una quantità
cospiqua,
di cellule.
Implacabilmente,
la tua corteccia
celebrale,
si è accartocciata
lesionando,
le aree
del pensiero,
della pianificazione,
del ricordo.
Le tue facoltà
mnemoniche,
intacatte,
fino all'estremo,
limite cognitivo:
Le informazioni
raccolte,
le ricordanze,
ormai,
sono tutte,
volatili,
la loro durabilità
di
conservazione
equivale
a
una frazzione
di secondo.
Il calcolo delle
probabilità
impone
l'impraticabilita
del
ricorso,
per il rimpatrio,
dei
lembi
di tessuto,
spazio temporale.
Perché,
già,
si sono
dati alla macchia,
nella
perenne,
spirale
della dimenticanza.
Raramente,
l'imponderato,
oltrepassa,
gli schemi,
ordinari
della
disfunzione,
e
qualche,
cortometraggio,
rincasa,
per una
visione,
fugace,
e poi
sfuma,
nuovamente,
nella
perenne,
spirale
della dimenticanza.
Non serve
nemmeno,
rilassare
le mani,
e congiungerle,
In una orazione,
implorante,
come un seguace,
del cristianesimo:
Fede, ,
devozione,
Veneratzione.
Chinare la testa,
protrarsi,
davanti a un
simbolo
religioso,
un nume,
raffigurato
con le canoniche,
corrispindenze
dottrinali.
Pregare,
con
remissivita,
pregare,
non serve,
non serve.
La forza dei
sentimenti,
mi fa ingoiare,
bocconi
tossici di
costernazione,
per incanalare,
il vigore,
atto
ad
assisterti
al meglio
delle mie
possibilità.
La forza dei
sentimenti,
per starti
accanto,
mentre
guardo
il tuo lento
disfacimento
fisico
e
celebrale.
La tua
condizione,
degenerativa,
a braccetto,
con la,
curva,
della tua
postura,
tatuano
ostinatamente,
i centimetri
quadrati,
della
tua pelle,
con lividi,
da urto
di
mobilia.
Problematica,
difficoltosa
la cura,
della tua,
igiene,
personale,
per te,
sono,
un indefinito
esemplare,
dal sesso,
variabile,
a seconda,
come in
quell'esclusiva,
momentaneita,
mi identifichi:
Il terrore,
espositivo,
dei lineamenti,
del tuo viso,
spaurito,
da una violenza,
issusistente,
ma sussistente,
nel tuo cranio
che decifra,
erroneamente,
l'aiuto,
figlio,
come una
ignota,
minaccia
di sevizia.
In soccorso
viene il
timore,
di fallire,
di ledere,
la tua,
gracilita,
e il tuo
pudore,
di donna
per bene.
Madre,
tenerezza,
che
mi ha
partorito,
un
mezzogiorno
d'agosto,
e di
travaglio.
Pugni
chiusi,
stretti,
la lotta,
è impari,
la forza dei
sentimenti,
non basta,
non basta.
Ogni alba,
ogni tramonto,
nell'inconfessato,
proprietà privata,
di appartenenza,
al sottoscritto,
scrivente:
Un luccicone,
si scioglie,
in un profluvio,
emozionale,
che come
un alluvione,
da bollino rosso,
mi allaga,
le intestina,
viscerali,
facendomi
perire,
sempre
un po',
di più
dall'origine,
alla fine
di ogni dì.