Nel bellissimo quarto dialogo del "De la causa, principio e uno", Giordano Bruno esalta la fecondità della materia, principio e sostanza universale, esplicitamente accostata alla "mater" degli alchimisti. E nel compiere questa potente operazione metafisica, il Nolano distrugge il becero maschilismo degli aristotelici, che nel dialogo è impersonato dal pedante Polinnio. Costui esordisce con lo stabilire l'equazione "materia = femmina", ossia "quasi nulla", "causa del peccato", livello infimo del reale. Come non parlare di un'ontologia femminista, dopo aver letto per esteso il quarto dialogo?
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