Ricordo il mio soffrire
nell’adolescenza
trascorsa in cerca delle miglior passioni
in giorni che si susseguivano pesanti
annullandosi uno dietro l’altro
come se scomparissero in dolori
comunque aperti all’immensità del buio
sensazioni invisibili di desiderio
struggenti
a cui davo forma d’orizzonti di tenebre
Ho vissuto rannicchiato
in quegli angoli oscuri
al pensiero di trovar là la mia strada
e percorrerla
nell’intento di colmare il mio “vuoto”
Oggi
pur nella quiete che mi pervade l’anima
m’accorgo che quel marchio
ancora distingue il tormento
che s’insinua nella mia voglia di vita
e attendo le notti
quali fossero benedizioni piovute da Cielo
come fossero
garanzia d’incolumità e pace
e anche d’una tranquillità eterna
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
Poeta di Cefalù destrierodoc
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