La coscienza è incrinatura, frattura dell'essere con sé stesso. Quindi, strutturalmente, disperazione, come ben dimostra il Kierkegaard della "malattia mortale": In Dostojevskij la scoperta del grande pensatore danese dà origine a un percorso sotterraneo e sottocutaneo, che diviene "memoria del sottosuolo", anzi memorie al plurale. E' come se fossimo di fronte al rovesciamento dell'anamnesi di Platone, il ricordare come ritorno al mondo primordiale delle idee: la memoria del sottosuolo è un ritorno alla caverna che abita dentro di noi, oltre il mondo della luce e delle apparenze che indossiamo nel quotidiano.
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