Inspiro a fondo l’aria salmastra
del mio pensar mattutino,
imbrogliato gabbato raggirato
risucchiato nel vortice
del fiorir intrinseco
di corruzioni malvage.
Chi mai potrà scandagliare
la profondità di questo abisso,
mi chiedo, mentre attorno a me
si stagna il buio assoluto.
Là cento mani mi sembra
scavino nell’anima
fino a raschiarne il fondo,
dove il Vuoto e la Pienezza
paiono ardere della stessa fiamma
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
Poeta di Cefalù destrierodoc
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Poesia