La parola umana è come sospesa tra due limiti asintotici, un limite superiore e un limite inferiore. Al di sopra della parola si staglia l'universo del Silenzio, l'Infinito del naufragio evocato nel capolavoro di Leopardi. Al di sotto della parola, minaccioso e limaccioso, incombe l'universo del rumore, splendidamente evocato da Dante nella figura di Pluto e nel gigante Nembrot. Ma pensiamo anche alle onomatopee del Pascoli, grande lettore di Dante. Forse, la parola dei poeti è come una navicella che tenta di percorrere l'intero universo della parola sospingendosi verso i due limiti, senza mai toccarli, ma senza mai rinunciare alla sfida che essi pongono a chi voglia davvero esplorare la potenza del dire.
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