Károly Kerényi affermava che l'avvento della mentalità scientifica ha determinato la perdita del significato cosmologico dell'esistenza umana. Il cielo si è trasformato in un insieme di "oggetti" da misurare e dominare con gli strumenti della conoscenza, là dove le civiltà arcaiche consideravano il cielo come un testo da interpretare, un insieme di segni da mettere in rapporto con la vita vissuta dei popoli e degli individui. E dato che il cielo nella sua misteriosa immensità ci pone spesso enigmi indecifrabili, anche l'esistenza umana era avvolta da un alone di mistero che con l'avvento della mentalità scientifica si è andato via via esaurendo. Il disincanto del mondo come deserto dell'anima.
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