L'uomo meccanico è prigioniero di innumerevoli movimenti involontari, tic, atti mancati, modi di intercalare, che evidenziano la sua mancanza di controllo sugli automatismi. E' soggiogato da una sorda inquietudine che erode continuamente la sua energia. Ne consegue che anche a livello emotivo non sarà in grado di provare vere e proprie "emozioni", ossia spinte dell'animo che si manifestano esteriormente. Potrà soltanto reagire di impulso, e anziché provare emozioni sfoggerà un grottesco repertorio di riflessi condizionati.
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