Lucida consapevolezza ho avuto
dalla dura condanna al mio vivere
dalla mia adolescenza
divenuta presto adulta
accomunata al mio tempo
e alla mia povera infanzia
E nella fanciullezza
errante per strade disseminate di fame
di calze bucate e pantaloni rattoppati
andavo lesto e con gli occhi bassi
a non guardar mai il Cielo
nell'attesa che il Cielo si ricordasse di me
Pianti dirotti nelle eco in lontananza
accompagnavano quegli sconforti
e la ribellione che i miei occhi
tristi
leggevano in quella verità e nel suo futuro
Così ho passato la vita
in compagnia di sughi e spaghetti
con la fragilità nascosta
nei desideri di pace
che nessuno ha mai capito
di questo cuore sempre agitato
che pur s'è ammalato
acceso d'amore
e piegato contro se stesso
Sei stata tu povertà
con le sofferenze che m'hai donato
a ammaliare il mio vivere
con certi eccessi mal riposti
in continue disperazioni aride di speranze
E poi alla fine
nella mia voglia di libertà
ho lasciato che la solitudine
vincesse tutte le sue battaglie
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
Poeta di Cefalù destrierodoc
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