Lampade di luce fioca sibilano
appese ai bisogni della coscienza
odori d'ansie
che attraversano il cuore
e le sue cicatrici
ancora sanguinanti nei fiotti
nei salti da rospi che le consumano
Trufoli di tormenti
pizzicanti come fossero
pungenti aghi
bizzarrie a intonare nenie di dolori
nel ritmo dei passi pesanti
intrecciati al respiro greve
di uomo stanco della vita
deluso d'aver toccato il fondo
del vuoto infinito
e teso a reagire con spietati
sensi d'umorismo
alla disperazione che m'avvolge
Così avvolto da sacre ansie
sento il bisogno del soprannaturale
per capire la mia interiorità
senza motivo di pentimento
nell'eccedenza dei miei valori
nella sua soddisfazione
per l'estetica del mio volere credere
E nel mio istinto di uomo soffrente
m'intendo subito con me stesso
risuscitando nel cuore e nell'anima
tutto il rispetto per la vita
.
Cesare Moceo ragazzo del 53
poeta di Cefalù destrierodoc
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