Diario

la parola e la cosa, in Rilke

Il paradosso della Cosa consiste nel fatto che non può mai dare segno di sé stessa. In quanto presenza, la cosa è muta. La parola designa la cosa, la esprime, la rappresenta, solo in quanto si pone a distanza da essa. La assume come referente. La presenza del segno implica dunque l'assenza della cosa de-signata. La cosa, beninteso, può diventare segno, a sua volta, ma solo a patto di porsi a distanza da un’altra cosa oggetto di designazione. L’essere delle cose è muto e opaco, attende una parola dall’esterno per poter diventare significato. Credo che in questo ci sia un tratto distintivo della poetica di Rainer Maria Rilke, come viene praticata nelle "Elegie Duinesi" e nei "Quaderni di Malte Laurids Brigge".

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