Non sono mai stato
un agiato di questo vivere
pur se è verità il mio dimorar
dentro un castello incantato
Abito tra le mura fragili
della malinconia
dove finestre senza ante
s'affacciano su vedute di nostalgia
che rallegrano gli occhi
stregati dall'andamento lento
della vita che là vi langue
in tutto il suo mistero
E in tutto questo
i versi che scrivo divengono
ricchezza e povertà
albe e tramonti
nell'allegria del poeta
che non potrò mai essere
Guardo involontario
perso nell'aria mite
di questo mattino
d'in fondo al lungomare
e rifletto sullo spettacolo
dolce e nitido
che si staglia ai miei occhi
nel bagliore della bellezza d'attorno
E mentre scorre leggera la vita
nella mansuetudine mattutina
della mia anima in calore
ascolto in me
il mormorio felice del cuore
acquetato nel vago soffio dell'anima
nel sussurrìo pigro dei pensieri
e nel loro torpore
che mi aspetta
lungo i declivi del giorno
con le sue ombre e le sue luci
fratelli carnali del mio vivere
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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