Quando il 19novembre del 2008, mi sono ritrovata nella sala operatoria, all'apparenza sembravo tranquilla, pacata. I dottori e gli infermieri mi hanno fatto i complimenti, ma dentro l 'anima ero come un mare in tempesta. Intatti quando mi sono svegliata dal' anestesia, mi resi conto che mi ero presa a morsi le labbra dalla forte ansia. In quei giorni in ospedale, ho toccato la solitudine con le mani. Una sera, pioveva cosi forte e il vento soffiava così forte, tanto che sembrava volesse spazzarsi via ogni cosa. Ero con la flebo, la luce andava e veniva. Nella stanza ero sola con un'altra ragazza. La tristezza e'la solitudine la sentivo addosso come un avvoltoio. Mi mancava mia mamma, mi mancava il mio papa'che era a letto malato, mi mancava il mio amore lontano.
Diario