07 dicembre 2012 alle ore 7:42
Mi ritrovo,
in queste giornate
d'inverno freddo
e piovoso,
a scrivere la mia sorte,
tutto il tempo;
il repertorio del mio dopo,
già da ora,
nelle luminose apparizioni
dell'intimità spaziosa
del buio della pena,
a chiedermi dove,
domandarmi perchè,
con l'intensità
e la rapidità del silenzio;
non dimenticando
dolci attimi vissuti
e dare con i miei versi
una speranza,
mentre siedo sull'orlo
del mio abisso
a dissimulare la simulazione
del presente ed amare
quella nostalgia
e questo vuoto senza fine
in un amarcord
che ne impedisce l'oblìo.
Il mondo potrà cancellare,
dalla sua memoria,
il mio viso,la mia voce,
ma non potrà mai
spegnere
la voce dei miei versi
composti per lui.
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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