Mi guardo allo specchio
senza prendermi sul serio
e con l'avere nel cuore
poca stima di me stesso
celebrazione sfarzosa
del mio esser nulla
Condannato infante
ai capelli rasati
viziato dalla diversità
entusiasmante e audace
ricordo irrisolti problemi
pennellate di vita sfumate
immerse nella dannata povertà
di "magnifici" tempi
con nessuna stella
a brillare sopra di me
Naturale nei gesti e nel parlare
mi riesce ora bene il recitare
i miei drammi storici
con cui apostrofare appieno
la forza della mia resistenza
quando c'è da resistere
e il talento innato della saggezza
quando c'è da zittirmi
e far venir lacrime di frenesia
ai miei occhi inquisitori e fieri
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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Poesia