Poesia

Spasimi di sofferenza(a te,uomo del 3000)

Tra il pensare e lo scrivere
m'accorgo che si frappongono a volte
certi vetri opachi

ombre messe là dalla mente
impoverita della volontà
di rivivere il suo passato
e riassaporare umili felicità godute

E spasimi di sofferenza

quasi fossero
passi di malevolo cammino

tracciano solchi profondi
dove attecchiscono germi
partoriti dai germogli del male
a fiorire dentro il desiderio di fare

Io che da me stesso
sono stato ammaestrato alla Verità

pur cosparsa da pensieri roventi
che trafiggono l'anima

non vedo in questo esistere
e nel suo perdurare d'orribili vuoti
strade d'uscita dall'efferato
labirinto che è divenuta la vita

E resto qua sospeso

seduto su queste mie pietre

a trascorrere il mio tempo
in vaporosi trastulli

a gemere ansante
nel ricordo degli amori perduti

petulandomi d'antichi rancori
in sprazzi di volubili collere

e gelandomi nei gesti
più di quanto m'accarezzi nei pensieri

avvolgendo questo mio ozio
colto da vaghi impulsi
di dubbia tenerezza
nel più tenace detrimento

Guardo lontano
immerso nei miei pensieri

e mi compiango nella paura
che il perdersi nei vuoti della memoria

possa trasformare ogni Credo
in una demoniaca Essenza

per giunta senza perdono

e creare sfarzi di dolori

ostentazione del talento
a divenire menomazione sociale
.
Cesare Moceo poeta di Cefalù
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