Velenoso, urlante rampicante
è questo ondeggiare di scomposta solitudine,
irrazionale ch’ingestibile spumeggia,
nel vacuo infeltrirsi dei giorni.
Ardite divagazioni occhieggiano,
fino al limitare di infiacchite labbra,
ove le parole ormai divenute son coltelli,
su cui gorgheggiano macchie impietose di ricordi.
Osserva il silente, inesorabile sfiorire,
della disiata, anelata compagnia,
persone che senz’amare salutano,
preghiere intrappolate in uno sputo,
evase dagli anfratti infuocati di un’anima
a esse refrattaria e ribelle.
Non resta che una teca olezzante
di ore rattrappite e indomabili
che avvezze si scorgono a tossire
nella fuliggine insopportabile dell’esistere.
e l’orda sogghignante del naufragio
ancor incontrastata inghiotte
del mio naviglio il proceder dolente.
Poesia