Precario ti riscorgi giovane
precario in viaggio su traballante binario
sulla tua pelle intarsiano feroci e irriverenti
la macabra danza dell’inesistente lavoro.
No, è ad altro che pensar devono e vogliono
nNo, non sono fatti loro.
l’urlo s’erga della tua graffiante indignazione
gemito fiero tra fieri gemiti
nel lago della tua generazione
che l’indifferenza di chi ci governa prosciugare vuole
o macchiare
ebbra del suo viversi cinico, scomposto e volgare.
Ostaggio sei di certa becera imprenditoria
che come arancio ti spreme fino in fondo
nel succo del tuo autentico sudore
e poi ti getta via.
I muri di fiducia scrosta via dalla tua stanza
per riscorger quella parete di speranza vergine
nutrimento del tuo domani e della democrazia
scolpita dentro il cuore, come sublime poesia.
Sia il tuo lottare la più indomabile canzone
spada contro il nemico vigliacco della disoccupazione
se non vi è lavoro, non vi è decoro
se non vi è salario tutto diventa calvario.
Lo so, giovane, hai molto da donare
per far crescere questa società da rifondare
il cui respiro rimanere potrà vivo
sol con l’apporto tuo creativo.
Forse è questa soltanto una canzone
una stella flebile nel cielo dell’illusione
veri sogni disegnaragazzo perché la tua vita
a esser abbia dorata risorsa
e non più l’ombra accecante d’ una ferita.
Poesia