Altro non possiedo
ch’un fascio di umiliate falangi
simulacri di un nervoso, scomposto
disarmonico diteggiare
ad amicizie negate vanamente proteso.
Parole ch’a guisa di mal levigati sassi
incaute e incanutite si involano
nel presbiterio di feroci rimpianti
questo è quanto resta
d’un altruistico, genuino abbeverarsi
alla fonte ormai orfana d’idrico nettare
dell’altrui cuore.
S’ergon i fasti di un irrefrenabile spirare
tra macerie di detto da non dire,
e uno scavare d’impotenza ebbro.
Di fulminee rinascite gl'empiti
veloci si mutano in gemiti
profane sempre più s’avanzan le speranze
del veder cambiato quanto non cambierà.
Il prostrato arrossire degl’ occhi
corteggia preghiere lontane
mentre dileguandosi va l’ondeggiare
della purezza d’un amore impossibile.
sol in un abbraccio inestricabile
ridestansi luminescenti silenzi,
ch’un fasto di vita mai stato fasto
agghiaccianti travolgono.
Poesia