Scaglie nervose di intarsi onirici,
a nutrimento s’ergono
di divagazioni frastagliate e rifuggenti;
cima di preghiera non vi è né vi sarà,
ch’a spezzare l’incandescente connessione
sia demiurga e maestra.
Folle ribolle
Sull’estasi di un involontario bemolle,
il delirio di una partitura indiavolata
che concava e sovrana s’incunea
sul limitare d’un rimare
avvinazzato e scomposto.
L’esistenza null’altro è
ch’un rigagnolo di indecifrabilità
punte e poi umiliate
da incontrastanti seduzioni algebriche.
No,
più a mordermi non s’apprenderà
l’accidioso virare del fallire
verso la buccia gemente della mia anima.
Poesia