Poesia

dell'orazion l'incandescente labiale

Movesi dell’orazion l’incandescente labiale,
e guisa reca di sanguinolento fortunale,
perch’a corteggiar abbia l’alma ormai silente,
d’un viver decomposto simulacro ed evanescente.
Grato i’ sia al policromo dì,
ch’irriverente sospingemi tra indifferenti palpiti di natura
in quel danzar d’incompiutezza dal qual scaturì
il basaltico abbraccio dell’ancestral paura.
Or che ogne affinità con il figliuol del demiurgo estinguesi,
‘l frammento delle rughe mie affidasi al lacrimevole pittor,
che a luce d’ebano e ruvido granito
affida del ritrarmi la comunione dei color.
Defenestrato è ormai il prodigarsi in tremante verseggiar
dell’insonne abulia scopresi virginal figlio
che mai in scheggia alcuna di Cronos vuolsi accomiatar
né mai a niun a complice s’offre a nascondiglio.

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