Poesia

MUDRA

Un mantra scolpito
a punta fine nella pietra,
I silenzi dimorano, essenziali.
Piccola ulcera di luce
sulla faccia di un arcobaleno spento
che germoglia lento
in sette nuovi colori,
la mia insolita preghiera
senza necessità di un dio.
Un mudra congiunge
i palmi caldi delle mani.
Concentrazione, dedizione.
Che mi sorga il sole negli occhi
o che piova a dirotto
come spine sulla pelle,
resto immobile qui.
Lascia scorrere il fiume,
il tempo non si ferma,
lo spettro della morte rimane.
Eppure anche lei dovrà passare.
Tutto muta, perfino l'impercettibile.
Ed un respiro dopo l'altro
come onda dopo onda
increspano appena il petto.
Il dolore è un vecchio saggio
la gioia una bambina
che cresce in fretta.
All'amore non servono
i miei giudizi.
Ma l'odio necessita assoluzione.
Il perdono è un fiore
che sboccia nel buio.
Lo spirito va coltivato
nei campi selvatici.
La carne è votata per natura
a corrompersi.
I corpi sono abiti da indossare.
A volte comodi, a volte ruvidi.
Pronti al necessario cambio di stagione.
La personalità è cosa effimera.
Questo volto sarà oblio.
Avrò un nuovo nome
come vogliono le convenzioni.
E mani diverse
plasmate all'alba.
Un mudra a salutare
forse una nuova terra.
E un luogo interno, sacro e segreto.

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