Poesia

in memory of lucio dalla

La ove di speme i promontori intonsi scorgi
delle note la musa dondolasi nel suo intonso orgoglio
musica mia, t'en prego, sovrana e un poco schiava sorgi
sulla rovente estasi ch'agita or cotal mio foglio.
chissà se guizzo onirico, elevato amor o ferita
scalpitando già va nel respir di mia matita
compor è osservar in volto l'ineffabil teoria di domande
in tal sbocciante, brulicante "Piazza Grande".
colà ogni dì fummo e in eterno sarem in tanti
ubriachi, meretrici, poeti e fors'anco taluni santi
niun uomo che disegnar sappia la pelle del mare
mai s'asterrà il so dal sonoro navigare.
ondeggiate melodie
qual infantil germogli in braccio a piano e a clarino
ch'in felsinea conca ch'ebbi a culla
sempre a sorger avrà 'l sembiante di Gesù Bambino.
lucio tuo orazion fu che peregrinò pel mondo
e per te a scorger ebbe quanto Thalassos fosse profondo
al lupo incontro corri, che periglioso non è ma sbarazzino
che fantasia fu a partorit del mio amico german Rosalino.
forse un di', uom d'ogni tempo, oh t'avvedrai
di quanto ti amassi e ancor te voio bene assai,
al disco mio polver t'en prego mai fai inghiottire
e frescura in te dimorerà, qual di fronda 'l soave stormire.

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