Poesia

dall'immoto ventre

Dal ventre immoto scintillan
di simulacri ormai dimenticati
e ‘ll vento imperlano
di incandescenti storie e limpido rimembrar.
favole null’altro son ch’incompiute
nel vortice d’un tempo sospeso..
fiori freschi
ch’ all’aere a gaudio s’offron
in guisa di fate che gementi mendicano
d’uno sguardo di passaggio,
la transeunte attenzione;
fiori freschi ch’ a silenzio adagiansi a carezza
di lapidi disadorne o sgargianti custodi
se li guardi come mai li hai osservati
il fruscio inafferrabil a strenna t’affidan degli anni
di uomini davver vissuti.
la vecchierella con passo malfermo
d’una mai obliata vedovanza l’acre odor
alle sue dita tremebonde intreccia
d’una flebile ma fiera speme ‘l suono:
rivedere un giorno chi le è stato accanto
perché in sorriso si muti il suo pianto
e sull’ombra di rughe del suo stanco viso
si disegni un nuovo Paradiso.
fiori freschi inteneriti osservan
in una sarabanda di colori che san oggi urlare
ma un doman smarriti troveransi
il loco lasciando ad altri nuovi già sbocciati.

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