Poesia

di giambi e scazonti

Nel tagliente furoreggiar
di giambi e scazonti
annegando vado i miei germi di poesia.
insulso, impotente rabdomante di ricordi
estasi ubriaca d’un pittore
ch’a incorniciar s’apprende
nature morte di illusioni e delusioni.
da rupi barbare e consunte di freddura
odesi l’ardente lancio suicida
d’un pensier da solitudine graffiato
e ch’umiliato fu dal limaccioso urlar del non comprendere.
timidi eppur infrangibili
ramoscelli di ancor inevasa preghiera
meditabondo porgo
alla pelle violata
dallo scomposto gorgheggio degli anni;
un Dio che risalga attendo
sul dorso complice delle rondini
a strofinar con panni di carezze
la mia ritrovata, rinnovellata figliolanza
a governo e daga lucente
di future,
ancor ignote inquietudini.
inno a un frastornante perdersi
sono queste girandole di inintercettabile senso
ch’incastonate regnano
nell’antro di telegrafici attestati di fallimento.

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