Annegati son ormai i colori
in velenosi abbracci di sabbia
il mare a rovente spada flettesi
per catturar carcasse di amori
ch’ in un fazzoletto indefinito di ore
rivelati fuoro e poi persi:
palette, secchielli, formine
ruvidi ricordi di un’infanzia mai percepita
ansimano dinanzi ai morsi di un sole impietoso.
nulla più si intravede
sol sogghignanti forme di rullini sbiaditi
di impressioni che gli sbadigli nervosi del tempo
di sfuocare si compiacquero.
gravido è ‘l panorama
del vanitoso anelito a scatti inconsueti
che dai graffi di occhi deformi di incanutite lacrime
incontenibili promanano.
rotolano le pellicole
quali ossa da sempiterno decomporsi divorate
su una baia sfigurata
come un vestito sgualcito da anonime violenze;
solo resta
un affastellarsi confuso di identità
bambine senza mai essersi scorte bambine
mentre le lacrime
la traiettoria d’un fiume compongono
a sottrarre ai baci avidi del presente
ciò che mai risuscitar si lascerà.
Poesia