OGNI RIFERIMENTO A COSE PERSONE E FATTI è PURAMENTE CASUALE
A proposito,mi è venuta in mente una scenetta molto simpatica…Ero impegnato
nel rifacimento del tetto di una colonica in provincia di Pistoia.Un giorno al palazzo
di fronte a dove eravamo noi capitò un uomo di mezza età che tornava o andava a
fare un allenamento con la bicicletta da corsa,vedendo un conoscente in bella mostra
su un terrazzo e intento a pulire la gabbia dei canarini,lo chiamò per nome dicendogli
che doveva parlargli…L'altro scomponendosi appena lo invitò a salire, " Sonami
iccampanello che ti vengo a aprì. " A tali parole cominciammo a ridere a crepapelle
e non riuscivamo a fermarci.ogni tanto durante la giornata si udivano risate isolate…
Evidentemente qualcuno di noi ripensava alla scena e al modo simpaticissimo
di proporsi verbalmente dei due amici e detto in toscanaccio amplificava a dismisura
la comicità di quegli attimi.
In quello stesso istante a l'autoradio raccontarono la breve storia autobiografica di uno scrittore svizzero di successo,il racconto iniziò con queste parole. " Vedevo tutto buio e nel buio la mia immagine di fanciullo al quale era stato tolto un altro piccolo sogno…
Il calore umano del babbo e della mamma.Era nato mio fratello e fui trasferito seduta
stante,quasi brutalmente a dormire la notte nel letto col nonno Ermes,e ciò dopo essere stato per ben sette anni a dormire insieme ai genitori,fu un colpo terribile,una
tortura psicologica disumana…Mi sentivo derubato di tutta la mia vita e allora piangevo lacrime innocenti e sincere nel buio di quella camera che non era la mia camera,che non conoscevo e mi faceva paura…Era come se fosse stata popolata
da orchi che mangiano i bambini,streghe cattive diavoli assatanati e fantasmi
sghignazzanti…Ero solo nel buio della camera insieme al nonno,vicino alla porta che
aveva accesso al pianerottolo delle scale ed era chiusa a chiave,o almeno così mi pareva visto che non riuscivo ad aprirla,strillavo in quel nero impenetrabile che mi
avvolgeva tenebroso,dalla paura degli orchi cattivi che vedevo lì pronti a prendermi
con le loro manone,dai diavoli che la mia giovane età vedeva bruttissimi,pelosi,con gli occhi e la lingua di fuoco e da tutte le altre paure che accompagnano l'umanità
fino dalla nascita…Rivolevo i miei affetti,la mia vita,il mio Mondo in tecnicolor fatto
di suoni di carillon e ballerine,di principi principesse e fatine buone che stanno a
guardia dei sogni dei bambini,di re e regine buoni che amano i loro sudditi,e invece
l'unica cosa che ho ricevuto sono stati dei violenti calci nel sedere dopo che la porta si è aperta e qualcuno mi ha preso con violenza per un braccio,e altre percosse su altre parti del corpo,particolarmente dolorose erano le manate date fra capo e collo a l'altezza della nuca,toglievano il respiro…Botte date a casaccio,dove andavano andavano e con l'istinto della bestia più feroce,proprio dalla persona che avevo
creduto fino a quel momento il mio protettore e che da allora sarebbe diventato il mio
persecutore a vita natural durante e dopo per i riflessi negativi proiettati nella società
dalle sue parole tagliente che mi toglievano credibilità,e tutto con la perspicacia
degna del miglior stakanovista…Da quel momento e per tantissimi anni ho diviso
le mie notti col nonno Ermes che divenne il mio primo punto di riferimento…Non
ho più pianto per timore di vedere nuovamente l'uragano di mio padre rivoltarsi verso
di me…A proposito!…Quella porta che accede al pianerottolo non era chiusa a chiave
visto che era stata aperta dall'esterno,ma era meglio fosse stata chiusa visto l'inverno
gelido che si è abbattuto sul mio povero corpicino di fanciullo che chiedeva solamente
una carezza,un po' di considerazione in più. " Improvvisamente le parole si sfumarono lentamente in una musica dolcissima fino a scomparire…La triste autobiografia
era terminata.
OGNI RIFERIMENTO A COSE PERSONE E FATTI è PURAMENTE CASUALE